Bar Sport. Storie di sfide. Riscatti e passioni. Una narrazione “in contropiede” di Paolo Patui, piena di personaggi consumati dallo sport, ma anche ricca di uomini che lo sport lo hanno preso a sberle in faccia. Vicende sportive alle prese con la storia e soprattutto lo sport come era e come è diventato, figlio di un millennio votato al consumo, che peggio di Saturno divora i suoi figli. Ci è stato davvero rubato il piacere di giocare e di fare sport?
Biografia
Paolo Patui nasce a Udine nel 1957; si laurea in Lettere con una tesi su Luigi Candoni pubblicata poco tempo dopo. Studia la storia dei teatri del Friuli, scrivendo assieme ad altri studiosi Alla ricerca dei teatri perduti: appunti per una storia delle sale teatrali nel Friuli Venezia Giulia (1989) e pubblicando poco dopo L’Anfiteatro morenico: cento anni di teatro e teatri sulle colline friulane, dove assieme alla storia dei grandi teatri friulani si racconta anche quella dei piccoli teatri collinari.
Dopo alcune regie teatrali firma con Elio Bartolini la traduzione della versione televisiva di Lupo Alberto (Berto Lôf) e della Pimpa; Berto Lôf è stata la prima trasmissione televisiva in friulano della RAI regionale; con Bartolini è autore anche di Bigatis: storie di donne friulane in filanda, spettacolo teatrale prodotto dal Centro Servizi e Spettacoli di Udine, (2000) che vanta più di 10.000 spettatori (Premio Moret d’Aur e premio Adelaide Ristori per la miglior interpretazione femminile del 2000). Bigatis è stato anche il primo spettacolo teatrale in friulano inserito nel programma del Teatro Nuovo Giovanni da Udine.
Per la RAI regionale ha ideato e realizzato L’Alfabeto friulano delle rimozioni. Arbitrario pellegrinaggio tra nomi e cognomi che il Friuli non deve dimenticare. Ha tradotto in friulano, adattandolo, Maratona di New York di Edoardo Erba, interpretato da Fabiano Fantini e Claudio Moretti (ad oggi più di 150 repliche). Suoi i testi di La lungje cene di Nadâl e Pieri da Brazzaville, produzioni teatrali del Centro Servizi e Spettacoli per la regia di Gigi Dall’Aglio. È anche l’autore dei cinque testi teatrali del progetto Storie Interrotte, rappresentati in Italia e anche a New York, in cui si è ridato vita al pensiero e all’azione di cinque figure-chiave originarie del Sud d’Italia, che hanno segnato la storia nazionale: Francesco Crispi, Francesco Saverio Nitti, Donato Menichella, Luigi Sturzo e Giuseppe Di Vittorio. Ha curato il coordinamento artistico de La terra e l’anima, spettacolo musicale con Nada e Rita Marcotulli. Con Dorino Minigutti collabora alla realizzazione di Nûfcent (autore dei testi), venti puntate televisive sulla storia del novecento friulano raccontato attraverso videoriprese d’epoca.
Per la narrativa pubblica Le ultime volte e, nel 2006, Volevamo essere i Tupamaros (premio nazionale Piccola editoria di qualità) che Gianni Mura definisce su Repubblica: “Cinque racconti di calcio di ragazzi friulani che sarebbero piaciuti a Pasolini”. Si è sbizzarrito in vari tipi di scrittura narrativa come Decalogo semiserio di un ciclista anomalo (Ediciclo 2018), Scusate la polvere (Bottega Errante 2020).
Collabora come opinionista con diverse testate giornalistiche in particolare firmando negli ultimi anni una rubrica Vista in Tv, poi divenuta Quattro amici al VAR, di carattere ironico sportivo sulle pagine del Messaggero Veneto.
Da oltre quindici anni si dedica alle serate di letture in pubblico ed è ideatore e direttore artistico della rassegna Leggermente – Appuntamenti periodici di resistenza letteraria di San Daniele del Friuli. Da marzo 2020 a marzo 2021 è stato Direttore Artistico del Teatri Stabil Furlan. In questa occasione è nata la produzione del dramma teatrale La Casa – lagrimis di aiar e soreli, un adattamento della prima opera teatrale di Siro Angeli.