Pubblicato per i tipi della Forum nel 2013, Il Teatro Friulano. Microstoria di un repertorio, di Angela Felice e Paolo Patui, è un volume imprescindibile per la storia del Teatro in Friuli e non solo. Frutto di una serie di lezioni/spettacolo che i due autori tennero presso il Teatro Nuovo Giovanni da Udine, il volume ricostruisce in modo dettagliato la storia della scrittura teatrale in Friuli dall’unità d’Italia fino al termine del secolo Breve. Corredato da frammenti e esempi di scrittura teatrale, la panoramica si estende sia a opera adatte in lingua Nazionale che in lingua madre, costituendo così un tassello mai prima sviluppato per la conoscenza di una tradizione drammaturgica sorprendete per originalità e struttura teatrale.
Ci sono pochi paesi in cui – come in Italia – parlare di un teatro e di una drammaturgia nazionale appare limitativo e forse generico. Di fatto, la nostra storia del teatro è fatta non di una lingua uniforme, ma piuttosto di tanti tasselli linguistici locali che, ogni volta messi a confronto con la lingua nazionale, ne denunciano spesso l’insipidezza espressiva, l’accademicità e letterarietà linguistiche, tutti fattori comunicativi che giocano a sfavore di quella comunicazione diretta, fisica e quasi carnale che il teatro possiede e che del teatro è la forza forse più specifica e coinvolgente.
Se esiste allora una tradizione teatrale napoletana o una veneta, tanto per citarne due tra le più conosciute, e anche tra le più riuscite, esiste di certo anche una drammaturgia attorno e sulla lingua friulana. Essa ha poggiato a lungo, e tuttora, una ricerca espressiva esplicita e motivata al punto tale da dare forma e connotati precisi a un teatro con cui non può non identificarsi chi su questa terra viva o passi.
Queste “lezioni-spettacolo” sul teatro friulano però non hanno pretese esaustive e non poggiano su tesi ideologiche e pregiudiziali. Non vogliono cioè dimostrare che la tradizione di questa terra e di questa civiltà teatrale sia pari, superiore o inferiore a quella di altri cicli.
La volontà che ne ha fatto nascere l’idea è infatti ben altra. Da un lato, vi agisce la convinzione che non si può negare o ignorare un percorso drammaturgico comunque interessante e quantitativamente ponderoso e frastagliato, a volte debole, a volte sorprendente, a volte interrotto per poi essere ripreso grazie a tensioni di rinnovamento o a inevitabili quanto utili eresie. Dall’altro, vi è la precisa convinzione che nelle parole di un autore, nei personaggi delineati per il palcoscenico, nelle vicende cui si allude o che si rappresentano teatralmente, compare anche il riflesso mediato della storia di una terra, con le sue contraddizioni come con i suoi momenti di legittimo orgoglio. Insomma sul tralcio della drammaturgia friulana si attorciglia anche il grappolo della storia del Friuli, costellata di stasi, di scelte coraggiose oppure codarde, dell’energia positiva dei suoi protagonisti, dei segni di una terra e di un popolo e delle tappe di un accidentato percorso storico, che dall’unità nazionale si addentra fino alla complessità del nostro vissuto contemporaneo.
E appunto, per i quattro appuntamenti denominati “Il teatro in lingua friulana: microstoria di un repertorio”, proprio questo lasso di tempo è stato scelto dai due ideatori e conduttori, Angela Felice e Paolo Patui, anime di un sodalizio a due che Udine da anni apprezza e segue con affetto, ben conoscendo la leggerezza efficace con cui conducono le loro serate. Anche in questo caso, seppure in una veste necessariamente un po’ didattica, proprio dentro al teatro di Udine, si racconterà la storia del teatro udinese e friulano, citando autori, fatti e testi drammaturgici, al bivio tra il riconoscimento della specificità del linguaggio della scena e la relazione stretta con l’evolversi della storia e delle vicende caratteristiche della nostra terra. Non mancheranno le inevitabili suggestioni musicali, con brani d’epoca eseguiti dal vivo, filmati, immagini spesso inedite, che faranno da cornice al racconto di Angela e Paolo e ai testi letti di volta in volta da attori friulani.
Spicchi e frammenti che saranno seducente esempio di ciò che il teatro friulano ha saputo produrre in questo ultimo secolo e mezzo di avvincente vitalità.
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