Quello che ci hanno rubato è un progetto per la costruzione di una serie di puntate televisive, che nasce dalla convinzione della necessità di dare consapevolezza ad alcuni aspetti della nostra con temporaneità, vissuti troppo spesso in maniera acritica.
L’esigenza primaria da cui è nato il modello della trasmissione scaturisce dalla convinzione che il nostro modus vivendi è solo in apparenza libero da e libero di, ma in realtà è fortemente influenzato da una serie di esigenze di mercato, nonché da un eccesso di condizionamenti psicologici e ideologici.
Da questa idea è nato un progetto televisivo prodotto nel 2012 dalla sede regionale della RAI del Friuli Venezia Giulia scritto da Paolo Patui, per la regia di Claudia Brugnetta con la partecipazione di Paolo Patui, Angelo Floramo, Piero Sidoti. Ospiti di eccezione Antonio Marangolo, Gianfranco Pasquino e Antonella Sbuelz.
1° puntata:
E’ la luna
Ovvero il sogno che non è più sogno bensì programmazione del futuro; ma anche il futuro non c’è più; la luna irraggiungibile è stata raggiunta e forse era pure una bugia; chi osa più osare l’impossibile?
2° puntata:
Sono le parole
Ovvero l’impoverimento del linguaggio, la sottrazione dei significati, la copiatura da Internet di poesie, dichiarazioni d’amore, recensioni, temi. La banalità degli insulti.
3° puntata:
È il pallone
Ovvero il gioco per il gioco, per il piacere di farlo, per scoprirsi bravi senza umiliare gli altri. Giocare non per la carriera futura, ma per il piacere dell’attimo.
4° puntata:
È il silenzio
Ovvero la capacità di ascoltare l’altro, di non prevaricare; ovvero ancora la pazienza di aspettare i suoni e le parole al di fuori dei nostri tempi e delle nostre esigenze; ovvero la riscoperta del bel suono. Offesa anche alle nostre orecchie l’eterno sottofondo.
5° puntata:
Sono i piedi e le mani
Scomporre ricomporre, il triangolo dell’automobile (come oggetto!!! Doppio senso!!!) Ovvero la convinzione che dalla fatica nasce tutto, che la fatica è ineliminabile, che la fatica costruisce e educa. La sua assenza diseduca, demolisce.
6° puntata:
È il grazie prego scusi
Ovvero la riscoperta dell’educazione, non come atto formale, ma come rispetto degli altri e del mondo; ovvero la capacità di ringraziare di riconoscere l’errore, di dire scusa se si è offeso. Ovvero la gratitudine.
7° puntata:
È la morte
Ovvero l’incapacità di accettare il tempo e i suoi tempi; soffocare per la fretta, soffocare per la propria maturazione. La non accettazione del mutamento visto come perdita e non come tesaurizzazione delle proprie esperienze calo di vitalità.
8° puntata:
È l’imprevedibilità
Ovvero il controllo continuo cui siamo sottoposti volontariamente o involontariamente; la necessità di sapere che tempo farà, che cosa accadrà, quanto durerà; l’affidamento alle macchine (navigatore, calcolatore…) le nostre attività, il terrore dell’errore. Il bisogno di trovare un colpevole.